Gestori professionali? Alla larga!

Alcune settimane fa (8-6-2002) Borsa & Finanza ha pubblicato l'intervento di un avvocato, stranamente firmato con un indirizzo di e-mail (leonexus@tin.it) anzichè con nome e cognome. Ma non è questo il punto. La cosa grave è l'infondatezza della tesi sostenuta, correttamente riassunta nel titolo "Gestione amica? Grazie tante, no!". I lettori venivano infatti messi in guardia dal rivolgersi a parenti o amici, per le proprie scelte d'investimento.

Ma perché non dovrebbero farlo? Per evitare di rimanere danneggiati seguendo i loro consigli? In effetti nulla fa supporre che ciò capiti di frequente e comunque non viene fornito nessun riscontro obiettivo a suffragio di ciò.

Gravi e numerose sono invece le prove dei danni provocati dall'industria del risparmio gestito. Potremmo citare non decine, bensì centinaia di casi. Limitiamoci a qualcuno fra i più significativi. Cominciamo col fondo Imi Capital, che nel 1985 è riuscito a rendere il 48% in meno di Piazza Affari. Passiamo quindi a Interbancaria Rendita, fondo obbligazionario puro che nei dodici anni di vita ha sempre reso meno di Btp e Cct e nel 1986 addirittura il 5,4% in meno. Vediamo poi i fondi azionari specializzati sull'America, i cui minus di gestione da inizio 1995 a inizio 2000 vanno dal -171% di America 2000 al -68% di Imiwest.

Nè la situazione è migliorata col passare del tempo. Una ricerca su varie categorie di fondi (azionari, obbligazionari, sull'Europa, sull'America ecc.) conferma che i minus di gestione sono la regola generale anche per gli ultimi due anni. I fondi comuni azionari dell'area euro, per esempio, hanno perso nel 2000 il 22,5% rispetto al 16,3% dei mercati, mentre l'anno prima il minus era stato ancora peggiore (-7,4%). Per giunta tali deficit vengono spesso camuffati tramite confronti sbilenchi. Per chi è interessato alla questione i risultati dettagliati e la metodologia seguita sono liberamente consultabili all'indirizzo, dell'Università di Torino: http://alpha01.dm.unito.it/personalpages/scienza/index.htm

Alla larga quindi dai cosiddetti professionisti del risparmio gestito, cui si addice piuttosto l'appellativo di distruttori dei risparmi familiari.

Ma non è finita, perché l'avvocato Leonexus@tin.it sostiene anche un'altra tesi, ancora più sconcertante. Scrive infatti: "Quando la gestione provoca danni, ottenere un risarcimento da un soggetto abilitato (banche ecc.) è abbastanza agevole". Al che viene da chiedersi se viva su Marte, perché sul nostro pianeta notoriamente non è così. Prendiamo infatti il recente scandalo al San Paolo Imi, dove il gestore (Vittorio Grimaldi) dirottava le perdite dal fondo Azioni Italia ai fondi Soluzione 6 e Soluzione 7, come ha appurato l'indagine della Consob. Come potranno essere risarciti le centinaia di migliaia di partecipanti a questi fondi?

Per giunta non ci sono solo i casi di malversazione venuti alla luce. Da quasi un ventennio milioni di italiani vengono comunque danneggiati dal risparmio gestito. E da un paio d'anni prendono botte da orbi perché dirottati dai titoli di Stato verso fondi e gestioni più o meno azionari al solo fine di fargli pagare più commissioni.

Quindi, per salvare il salvabile, la soluzione migliore è fare da sé. Ma è sensatissimo anche affidare la gestione dei propri soldi a qualcuno fidato fra i propri amici o amiche che di lavoro faccia il pescivendolo o l'otorinolaringoiatra, l'infermiera o la violoncellista. Insomma, che svolga qualsiasi attività... purchè non quella di gestore di patrimoni in una banca, assicurazione, sim o sgr.

Beppe Scienza