PRISMA n. 1-2002                                              giugno 2002

http://www.expofairs.com/prisma/2002_01/pagina_05.pdf
 

Primo Piano                                                                                                p. 5

"Il risparmio tradito: 4 miliardi e 794 milioni di euro…"Secondo le stime del nostro lettore Rossano di Giovacchino, a tanto ammonterebbe il costo per gli investitori che si sono fidati degli "esperti" amministratori dei fondi obbligazionari… "anzi peggio: 25 miliardi di euro l’anno". Questa la stima di Scienza del danno complessivo subito dai risparmiatori italiani che si sono affidati al risparmio gestito.


lettera al direttore

"Dopo aver letto su Prisma la Sua recensione, ho comprato il libro Il risparmio tradito - Come difendersi da bancari,assicuratori… e giornalisti. Se prima avevo diffidenza verso le banche e gli operatori finanziari, visti i più che convincenti dati e argomenti presentati da Scienza, ora nutro una forte e giustificata sfiducia nei confronti loro e dei giornalisti della stampa economica che, con poche eccezioni, non solo tacciono ma assecondano la gigantesca "frode" perpetrata dagli amministratori del risparmio gestito ai danni degli italiani.

Seguendo le indicazioni del professor Scienza ho effettuato una piccola ricerca, cercando di quantificare qualche costo del risparmio gestito che grava sui risparmiatori. Le do i risultati. Nel 2001 i fondi obbligazionari italiani hanno reso il 4% ovvero il 2% in meno della media dei Btp e dei Cct. Poichè il patrimonio amministrato dai fondi obbligazionari nello stesso anno era pari a 239,7 miliardi di euro, il costo sopportato dagli investitori che si sono fidati degli "esperti " amministratori di tali fondi risulta pari a 4 miliardi e 794 milioni di euro. Se si considera poi che il patrimonio totale amministrato nel 2000 ammontava a 982 miliardi di euro e che Scienza ha evidenziato coi suoi calcoli performances anche peggiori per i fondi azionari e le polizze vita, viene da rabbrividire.

Ciò che rattrista di più è che i risparmiatori non sono informati. Sul sito dell’Adusbef questo argomento non viene nemmeno adombrato. Chi difenderà i risparmiatori? Mi Manda Rai Tre? Friedman? È il caso di fare girotondi di arrabbiati intorno alla sede dell’Abi? Per conto mio ho acquistato alcune copie de Il risparmio tradito da regalare ad amici e parenti che, come me, cerchino di salvarsi col fai-da-te. Grato per avermi fatto conoscere il libro di Beppe Scienza, Le porgo i miei migliori saluti."

Pescara, 5 marzo 2002

Rossano di Giovacchino

Risponde Beppe Scienza:

"Il lettore di Prisma propone un diverso punto di vista nello studio dei fatti che ho esaminato ne Il risparmio tradito. Si tratta di un approccio di tipo macro-economico, che varrebbe la pena approfondire. I risparmi degli italiani nell’arco di più generazioni sono una bella torta che, prima concupita dalle reti di vendita porta a porta, ha poi fatto gola ad altri soggetti. Soprattutto alle banche che hanno in pratica trasformato gli addetti agli sportelli in venditori a provvigione di fondi, gestioni e polizze. Tale strategia ha avuto successo, tanto che la quantità di ricchezza affidata ai gestori "professionali "è cresciuta a dismisura. Stimata in circa 1000 miliardi di euro, equivale a 17.00 euro (33 milioni di lire) a testa, bambini compresi.

Il problema è che il decantato risparmio gestito non è affatto un modo più redditizio o più sicuro d’investire. A parte qualche fattispecie marginale, è una gigantesca macchina per trarre il maggior profitto possibile dai soldi di milioni di risparmiatori senza dar nulla in cambio o, peggio, danneggiandoli. Gestioni patrimoniali in fondi o in titoli, fondi comuni, pseudo-polizze previdenziali ecc. partoriscono lo stesso risultato: fanno regolarmente peggio rispetto a chi investe da solo. E per giunta con più rischi.

Una valutazione esatta del danno complessivo subito dai risparmiatori italiani presuppone la disponibilità di dati difficili da reperire. Non ci sono infatti solo commissioni di gestione esose e commissioni d’incentivo ingiustificate. Non ci sono solo i cosiddetti caricamenti per le polizze cosiddette pensionistiche, spesso pesantissimi. Non ci sono solo le provvigioni d ’ingresso, d’uscita o di switch (passaggio da un fondo all ’altro). C ’è anche altro, più occulto: per esempio la movimentazione frenetica dei portafogli, che genera costi nascosti a danno dei risparmiatori. È una frottola la pretesa trasparenza di fondi comuni e gestioni.

Esistono prodotti quali le obbligazioni e le polizze index-linked che permettono ricarichi spropositati. L ’accusa non è solo mia, ma dello stesso organo di controllo, ossia della Consob. Stimando prudenzialmente il danno subito dai risparmiatori italiani nel 2-3% annuo, arriveremmo a 25 miliardi di euro l ’anno. Cioè 50 mila miliardi di lire, la grandezza di una buona manovra economica. Ha del lavoro da fare, il legislatore che volesse davvero tutelare il risparmio, come prevede la Costituzione (art.47).

Le frottole che raccontano impunemente i venditori d ’investimenti, sicuri che il loro interlocutore non avrà un registratore nascosto sotto la giacca o nella borsetta, e le massicce campagne di vendita di banche e assicurazioni avrebbero un successo ben minore senza l ’atteggiamento collaborativo della quasi totalità del giornalismo economico.

Dalla nascita dei primi fondi nel 1984-85, è difficile distinguere un articolo su un prodotto finanziario da una sua presentazione pubblicitaria. Le cause sono complesse e nel mio libro ho cercato di approfondirle: incompetenza e superficialità di moltissimi giornalisti economici, intreccio d ’interessi fra i medesimi e le società del settore (che li foraggiano lautamente strapagandone la partecipazione a iniziative più o meno promozionali: articoletti su house organ ecc.), ma anche lo scrupolo diffuso di non scrivere cose sgradite agl’inserzionisti."