COME SPARISCE SUL SOLE 24 ORE
IL DEFICIT DEI FONDI OBBLIGAZIONARI

Il Sole 24 Ore non esce dal solco di una consolidata tradizione della stampa italiana, che consiste nel pubblicare - si suppone involontariamente - confronti non omogenei in cui però il risparmio gestito appare sempre migliore e mai peggiore di come è. Fra le centinaia di esempi riscontrati sul quotidiano della Confindustria, sul Mondo, sul Corriere della Sera ecc. e premurosamente archiviati, eccone uno non recentissimo ma indicativo della qualità del giornalismo economico italiano.

La sezione "Risparmio & Famiglia" a pag. 25 del 26-9-2004 dedica la prima pagina ai "Fondi obbligazionari in euro a medio-lungo termine". Già dal titolo
 
"Fondi e Btp, il match finisce in parità"

il malcapitato lettore è indotto a ritenere che tanto valga affidarsi al risparmio gestito, visto che comunque si otterrebbero risultati equivalenti senza la minima fatica. Un messaggio certo gradito a banche e reti porta a porta, ma gravemente fuorviante per i risparmiatori.

Per fondi rivolti al medio-lungo termine il confronto corretto non è infatti quello pubblicato dal Sole 24 Ore coi Btp triennali (+3,8%), avvantaggiatisi pochissimo dalla salita delle quotazioni. Il confronto corretto è con titoli appunto a medio-lungo termine e il rendimento complessivo della media dei Btp è ben maggiore (5,3% annuo netto). Quindi niente pareggio, bensì un danno nell'ordine del 1,5% l'anno per i disgraziati clienti dei fondi comuni in questione. Un titolo più aderente alla realtà sarebbe quindi stato, per chi ama le espressioni sfumate:

"Il risparmio gestito ha di nuovo sbracato"

Ma da tali articoli non traspare nulla di ciò. Anzi il suo autore, Marco Liguori, afferma addirittura che "su 62 prodotti la metà supera il rendimento triennale dei titoli di Stato".

Altra bufala: praticamente tutti hanno reso meno. Sballati sono infatti i ripetuti riferimenti al 3,8%, perché il rendimento triennale dei titoli di stato è cosa ben diversa dal rendimento dei Btp triennali. Dunque il confronto che conta è semmai quello col 5,3%. A rigore coi soli titoli medio-lunghi, andati ancora meglio. Si veda il Btp 2031 che ha reso più dell'8% annuo netto.

Sono distinzioni troppo fini? discorsi troppo complessi? Ma nessuno è obbligato a scrivere su una materia che non padroneggia! Soprattutto un quotidiano economico non è obbligato a sbagliare sempre nella stessa direzione. O al direttore del giornale, Guido Gentili, piacciono questi articoli?

Certamente piacciono all'industria parassitaria del risparmio gestito, che dal canto suo però non potrebbe fare affermazioni simili, perché gli organi di controllo sanzionano i confronti sballati nelle inserzioni pubblicitarie.

Ma non tutto il male vien per nuocere. Se il giornalismo economico italiano non pubblicasse tanti e tali strafalcioni, la gente aprirebbe gli occhi; bancari e altri venditori d'investimenti non riuscirebbero a rifilare così tanto ciarpame; verrebbero quindi licenziati... e molti padri e madri di famiglia resterebbero senza lavoro.


Nota metodologica e altri approfondimenti.

Già dal titolo del servizio di Marco Liguori sul
Sole 24 Ore si intuiva che qualcosa, anzi molto, non quadrava. E' noto infatti che in Italia i fondi comuni hanno sempre fatto peggio dei mercati dove investivano. Fermo restando che non basterebbe un reggimento di analisti finanziari a tempo pieno pe correggere gli errori del Sole 24 Ore, ho voluto approfondire il discorso e rifare i conti. Ho così subito cozzato contro la sciatteria giornalistica dell'articolo in questione, perché il discorso verte sempre sui rendimenti di tre anni passati ma da nessuna parte ho trovato indicato il periodo esatto: da fine agosto a fine agosto? da metà settembre a metà settembre? Forse addirittura da fine 2000 a fine 2003?
Da verifiche fatte il discorso non cambia però nella sostanza e ho considerato il triennio dal 15-9-2001 al 15-9-2004 ammettendo che ci fossero voluto alcuni giorni per elaborare (per altro malamente!) i dati da pubblicare poi la domenica 26-9-2004.

Per il suddetto periodo dei BTP la performance risulta appunto del 5,3% al netto delle imposte e solo uno dei fondi obbligazionari governativi in euro a medio-lungo termine ha un rendimento leggermente superiore. Ma bella forza! Si tratta di Sanpaolo obbligazionario euro lungo termine, con il 5,73%, ovvero un fondo specializzato non nel medio-lungo bensì nel lungo termine. Ma nello stesso periodo i Btp 6% 2031 sono passati circa da 103 a 117 più ovviamente gli interessi.

Quindi il Sole 24 Ore poteva risparmiarsi i suoi entusiasmi per i fondi che hanno reso nel triennio più del 3,8%. Non è vero che "la metà supera il rendimento triennale dei titoli di stato". In effetti, facendo i confronti giusti, tutti hanno reso meno dei rispettivi titoli di stato!

Si vedano le singole performance in apposito
file in Excel.

Scorretto è poi anche l'indicazione, per confronto, nella tabella coi fondi obbligazionari area euro a medio-lungo termine del "Rendimento del Benchmark Btp triennale". Mica è quello il benchmark dichiarato di tutti quei fondi e tanto meno di quelli specializzati sul lungo termine!

Di nuovo torna di attualità il commento che facevo a pag. 146 de "Il risparmio tradito":  tutto ciò "è molto grave, sia che la tabella sia stata elaborata dalla redazione del Sole 24 Ore, sia che le sia giunta da qualche ufficio stampa".