La Repubblica   Affari & Finanza 3-5-2004

pag. 32
risparmio tradito

Bei, obbligazioni tutte da capire

BEPPE SCIENZA*

Una congiura internazionale ordita contro i risparmiatori italiani? Non si può certo metterla in questi termini. Ciò non toglie che alcune proposte ai risparmiatori italiani della Banca Europea degli Investimenti (Bei) appaiano degne di biasimo. Prendiamo per cominciare le Bei 16-10-2009 Bot linked, emesse da poche settimane (vedi riquadro). Guardandole da vicino si scopre che sono solo una brutta copia dei Certificati di credito del Tesoro (Cct).
Scelta perdente. Le cedole semestrali successive alla prima saranno pari al rendimento dei Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) aumentato dello 0,20% su base annua, quando i Cct garantiscono una maggiorazione dello 0,30%. Ma c’è di peggio, perchè ogni cedola non potrà superare la precedente per più dello 0,20% (titoli simili sono detti sticky floater), sicchè l’ultima cedola semestrale arriverà al massimo al 2,95%, anche se i Bot ritornano sopra il 10%. Questa è una clausola micidiale che, in un normale contratto prestampato, richiederebbe la classica seconda firma. Viene infatti vanificato il pregio dei titoli a tasso variabile, che è la garanzia di un completo adeguamento alle salite — e magari impennate — dei tassi d’interesse.

Sempre peggio dei Cct. Queste Bei renderanno comunque meno dei Cct. Poco meno, se i tassi non salgono o salgono poco. Molto meno, se salgono in maniera decisa. Per giunta è scontato che il loro prezzo crollerà in caso di salita dei tassi, cosa che di norma coi Cct non capita. Insomma, riescono ad assommare in sé i difetti dei titoli a tasso fisso e di quelli indicizzati.
Nessun risparmiatore può quindi avere sottoscritto con cognizione di causa queste obbligazioni. Anzi, in un mercato finanziario davvero trasparente proposte simili non avrebbero scamo. In Italia invece basta entrare in una qualunque banca, con eccezione forse della Banca Etica, per trovarne a iosa.

Un titolo astruso. L’altra emissione è la Bei 13-5-2015 Tarn, in collocamento dal 29 aprile al 10 maggio da parte di un consorzio anche in questo caso guidato da Banca Akros e Morgan Stanley (vedi riquadro). La struttura finanziaria è complessa. Le cedole dalla quarta in poi dipenderanno dalla differenza fra i tassi di mercato dei titoli a 10 anni e a 2 anni. Inoltre la somma degli interessi pagati sarà al massimo pari al 25%. Come si vede si tratta di un titolo astruso per un normale risparmiatore. Per altro anche il Sole 24 Ore s'è preso l'ennesima cantonata definendolo adatto "per puntare sulla salita dei tassi" (15-4-2004, p. 39) quando invece risulterebbe fortemente penalizzato in diversi scenari di salita dei tassi.Dobbiamo concludere che è roba per specialisti? Al contrario, perchè anzi uno specialista di fronte a una proposta simile storce il naso. Ha infatti provato a valutarla uno dei più competenti (e smaliziati) esperti italiani di reddito fisso, ovvero Marco Vinciguerra. Ebbene, scomponendo il costo per l’emittente nelle sue diverse componenti, il valore delle Bei 13-5-2015 Tarn si aggira sugli 82-83 euro, come si può verificare dai conteggi riportati su Internet alla mia pagina all’Università di Torino (www.beppescienza.it). Se pensiamo che viene offerto a 100, siamo di fronte a ricarico enorme. Un ricarico enorme, ma simile a quello denunciato per altre obbligazioni strutturate in noto studio della Consob di G. D’Agostino ed M. Minenna, vedi all’indirizzo www.consob.it. Margini di guadagno simili sono accettabili per l’abbigliamento o i generi alimentari, ma sono iperbolici per un prodotto finanziario. In realtà le Bei 13-5-2015 sono state pensate per risparmiatori disposti ad accettare a scatola chiusa qualunque proposta della loro banca. E la Bei, istituzione pubblica senza fini di lucro, farebbe bene a non prestarsi a tali giochetti.

Bastoni fra le ruote. Abbiamo visto due esempi deprimenti di obbligazioni che le banche offrono ai loro clienti, confermando che le loro proposte sono sempre di seconda, terza o quarta scelta. Ma il colmo è un altro. Ovvero le obbligazioni che le banche negano ai loro clienti.
Esempio clamoroso sono le Infrastrutture (ex Anas) 31-7-2019 2,25% codice Isin IT0003621452. Sono probabilmente il titolo più sicuro disponibile sul mercato: garantite dallo stato e indicizzate all’inflazione, rendono più di tutte le emissioni bancarie simili.
Continuo però a ricevere email e telefonate che mi segnalano banche che con vari pretesti si rifiutano di comprarle a chi le vorrebbe acquistare. Per curiosità ho provato a chiederle io a un paio d'intermediari ed entrambi ne avevano quante ne volevo, a conferma che non le trova solo chi non le vuol trovare. Clamoroso il caso di un cliente del San Paolo Imi che si è sentito dire prima che erano proibite ai privati; poi, quando gli ha rinfacciato che ciò è falso, gli hanno risposto che rientravano in un elenco di titoli che avevano ordine di non vendere ai clienti.  Evidentemente perché troppo buoni rispetto alla merce della ditta.

*Dipartimento di matematica dell’Università di Torino

DUE OBBLIGAZIONI BEI DA EVITARE

Titolo

Bei 16-10-2009 Bot linked

Bei 13-5-2015  Tarn (targeted accrual redemption note)

codice ISIN

IT0006570664

IT0006571829

tipo d’indicizzazione

Ai rendimenti dei Bot, ma del tipo sticky floater (ogni cedola può superare quella precedente solo dello 0,2%)

Cedole dalla quarta in poi pari al triplo della differenza fra i tassi del mercato finanziario a 10 anni e i tassi a 2 anni

Prezzo d’emissione

100

100

quando conviene

Rispetto ai Cct, mai.

Solo in uno scenario particolarissimo della curva dei tassi dal 2007 in poi

Una valutazione dei due titoli e in particolare delle Bei 13-5-2015, spropositamente care a 100 euro, è disponibile all’indirizzo Internet www.beppescienza.it