I soliti confronti sballati del Mondo
fra fondi comuni e mercati finanziari
 

Non è cambiato nulla: era così già nel 1985, è rimasto così coi vari direttori del settimanale che si sono succeduti nel tempo ed è così nel 2003 sotto la direzione di Gianni Gambarotta: per i fondi comuni il Mondo pubblica regolarmente confronti sbilenchi che fanno "sparire" i danni che l'industria del risparmio gestito provoca ai suoi clienti. Prendiamo per esempio (e potremmo per ogni anno portare decine di esempi) il numero datato 26-9-2003 che strilla in copertina:

CAVALCARE IL TORO CON POCHI RISCHI
I MIGLIORI FONDI AZIONARI EUROPEI E AMERICANI

e andiamo a vedere l'articolo di Leo Campagna e Stefano Elli a pag. 44-50.

Lasciamo perdere che lo strillo e l'analogo occhiello a pag. 44 sono privi di ogni fondamento e suonano come prese in giro per il lettore, a fronte di fondi con perdite nell'ordine del 50%. Lasciamo perdere che, come al solito, viene data la parola solo a gestori e venditori che ovviamente decantano la loro merce e la loro pretesa bravura. Il punto è un altro ed è che i confronti (al 29-8-2003) sono falsati dal solito duplice errore metodologico che consiste nel non tener conto né dei dividendi né del credito d'imposta in caso di perdite. Vediamo in dettaglio.

Fondi azionari America

Dalla tabella di pag. 45 risulterebbe che, in base all'indice Standard & Poor's 500, mediamente i fondi azionari sull'America nell'arco di due anni avrebbero comunque fatto meno peggio del mercato e sui tre anni vi sarebbero vicini:

a 2 anni con -24,1% rispetto a -25,5%
a 3 anni con -47,0% rispetto a -45,9%

Peccato che sia falso, perché considerando correttamente l'indice Standard & Poor's US 500 total return e tenendo conto del credito d'imposta abbiamo:

a 2 anni -24,1% rispetto a -21,8% (minus del -3,3%)
a 3 anni -47,0% rispetto a -37,8% (minus del -9,2%, che è una sberla!)

Fondi azionari Europa

Analogo discorso per le azioni europee. Dalla tabella di pag. 46 risulterebbero spesso per i relativi fondi comuni perdite minori o pari al mercato; per es.:

a 3 anni con -44,8% rispetto a -45,4%
a 5 anni con -17,9% rispetto a -17,9% (dunque in parità).

Peccato che di nuovo ciò sia falso, perché in funzione dell'indice Standard & Poor's Europa 350 total return e del credito d'imposta abbiamo:

a 3 anni -44,8% rispetto a -40,0% (minus del -4,8%)
a 5 anni -17,9% rispetto a -15,8% (minus del -2,1%)

E' chiaro che a questo punto sono privi di ogni significatività, nelle tabelle sui fondi sull'America o sull'Europa, i dati della colonna "Capacità di battere l'indice" dato che l'indice di confronto, per incompetenza o altro, è stato scelto e elaborato in modo erroneo.

Fondi azionari italiani

Peggio poi il caso dei fondi che investono nelle azioni italiane: qui addirittura è omesso ogni confronto con l'andamento delle azioni italiane e vengono semplicemente riportati i fondi che avrebbero fatto meglio dell'indice di categoria... senza segnalare tutte le volte che tali performance sono inferiori a quelle del mercato e quindi sono un'ulteriore conferma del fallimento del risparmio gestito. Ecco infatti per es. le performance medie a 1, 2 e 3 anni dei fondi e delle azioni italiane, misurate quest'ultime dall'indice Mediobanca MTA total return:



a 1 anno
a 2 anni
a 3 anni
indice dei fondi azionari Italia
1,8% -16,3%
-35,8%
mercato azionario italiano
3,0%
-14,6%
-30,4%
plus/minus di gestione
-1,2%
-1,7%
-5,4%

In particolare Leo Campagna e Stefano Elli non dicono che a 1, 2 o 3 anni la maggioranza dei fondi comuni ha, come al solito, fatto peggio del mercato. Ma cosa pretendete? Questo non è mica il tanto decantato, probabilmente a ragione, Mondo di Pannunzio.