Il Sole 24 Ore non cambia: dà voce ai venditori perché possano esaltare (senza obiezioni) la loro merce.

La prima pagina (p. 21) della sezione domenicale "Risparmio & Famiglia" del 01-09-2002 è dedicata a un confronto fra investimenti immobiliari e azionari. Chi saranno allora gli esperti chiamati a dare consigli ai lettori? Ovviamente Evelina Marchesini non trova di meglio che far parlare - senza cotradditorio - due che guadagnano, rispettivamente, sui fondi immobiliari e sui fondi azionari.

Prendiamo il primo, Gerardo Solaro del Borgo, direttore generale di Deutsche Bank Fondimmobiliari. Ebbene costui afferma - e la frase è messa in risalto sotto la sua foto - che: "Chi riesce a non perdere è già bravo".
E già questo è falso: chi compra Bot o Buoni Postali Fruttiferi non ci rimette, senza dover essere particolarmente bravo. Anche in termini reali sono vent'anni che chi investe in Bot non ci perde (vedi grafico), mentre questo non vale per il mattone.

Vista la società che dirige, non stupisce che costui consigli poi l'investimento immobiliare. Ma questo non gli basta: i risparmiatori debbono dare i propri soldi a lui o qualcuno della sua congrega. Non ha infatti il minimo ritegno a fare un'altra affermazione palesemente falsa: "oggi suggerisco l'investimento immobiliare, che però non è l'acquisto dell'appartamento". E come no? Forse che comprare una casa è un investimento valutario o finanziario?
Il colmo, come al solito, è che la giornalista del Sole 24 Ore si guarda bene dal sollevare obiezioni di fronte a un'affermazione così strampalata.

Ma non è finita. Passiamo infatti al secondo, Pietro Giuliani, amministratore delegato di Azimut, che fa una propaganda sfacciata ad azioni, fondi azionari e piani d'accumulo di capitale (pac). Tutto garrulo - accanto alla sua foto sorridente - afferma infatti che "la ripresa borsistica di agosto equivale a tre anni investiti in titoli di Stato: chi aveva investito in azioni prima di andare in vacanza, semplicemente stando sotto l'ombrellone, ha dunque guadagnato quanto avrebbe portato a casa in tre anni di Bot".
Non dice però che a fine agosto i clienti entrati nel fondo Azimut Crescita Italia hanno ottenuto il -19,5%, quelli in Azimut Europa il -13,9%, in Azimut Borse Internazionali il -17,7%, in Azimut Generation in -18,9% ecc. Né dice che i dirigenti della Azimut hanno continuato a guadagnare il loro lauti emolumenti, mentre i clienti perdevano soldi. E alla giornalista del Sole 24 Ore questi commenti non viene in mente di farli... o le viene in mente, ma non glieli lasciano scrivere.

Comunque Pietro Giuliani faceva meglio a risparmiarsi i toni trionfalistici sulla Borsa: il 3 settembre 2002 l'indice Mib era a 17.697 e quindi sotto il livello di 18.215 di fine luglio. E quindi, fra l'altro, le perdite per i suoi clienti ancora maggiori.