IL SOLE 24 ORE E LE NUOVE EMISSIONI:
LA PAROLA AI VENDITORI
Per capire il ruolo svolto dalla stampa economica nei confronti delle obbligazioni strutturate, basta un esempio - uno fra i tantissimi - preso dalle pagine di Finanza personale del Sole 24 Ore del lunedì (9-6-2003 p. 36).

Già il titolo dell'articolo è tutto un programma: "Cedole prudenti e con memoria". Prudenti un corno! Semmai a rischio, visto che dopo la prima tutte le altre possono anche azzerarsi.

Il seguito è sulla stessa linea. L'articoletto è di 62 righe, ma di esse ben 50 sono affermazioni, ovviamente promozionali, di una dipendente di Rasbank, la società che ha da piazzare quell'obbligazione. Di costei (Maria Grazia Dossena) è anche riportata la foto, dove appare sorridente, coi capelli lisci e una collana: si tratta di informazioni utili al potenziale investitore?

L'obbligazione è una di quelle index-linked bislacche, le cui cedole future dipendono dal fatto che nessuna di 30 azioni scenda, nell'anno, di oltre il 30%.

Al riguardo la dipendente della Rasbank afferma che per scegliere le azioni cui l'obbligazione è indicizzata sono state "privilegiate le società emittenti di bond con un giudizio minimo tripla B"..."per ridurre al minimo le possibilità che una delle società da cui dipende il pagamento della cedola variabile fallisca, penalizzando l'investitore".
Ma questo è senza senso. Primo, la cedola si annulla se il titolo perde il 30% e ciò può capitare benissimo senza che la società fallisca, come sa chiunque abbia un'infarinatura di finanza. Secondo, per "ridurre al minimo" il rischio paventato dovevano privilegiare titoli tripla A, non tripla B.

Per altro il Sole 24 Ore riporta tale affermazione della venditrice del prodotto, come pure tutte le altre, senza sollevare nessuna obiezione o riserva: è questo il modello di giornalismo del quotidiano della Confindustria? Riportare pedissequamente le dichiarazioni elogiative di chi vende un prodotto?

In particolare il Sole 24 Ore non spiega ai lettori una cosa importantissima e non ovvia per i profani. Ciò il fatto che la scelta di titoli "con un'ampia diversificazione sia geografica che settoriale" aumenta il rischio che almeno uno di essi scenda del 30%!  È cioè una scelta a svantaggio dell'investore.

Potremmo continuare per più pagine, ci limiteremo a commentare qualche punto della scheda con le caratteristiche del titolo, pubblicata accanto all'articolo:

Scheda e testo, di questo e degli altri prodotti della pagina, sono di Francesco Spini, che certo non può essere accusato di inventare notizie come quel giornalista del New York Times. Magari inventasse qualcosa... anziché limitarsi a riempire la pagina con le lodi dei venditori alla propria merce!